KUBO – Tattoo Parlour

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Faccio tatuaggi, o meglio sono un tatuatore da quasi 30 anni. Provengo da una famiglia borghese dove solo la parola tatuaggio era considerata un tabu’. Ho deciso di scegliere questo mestiere come alcuni dei miei colleghi rischiando di essere umiliato e anche emarginato. Il tatuaggio allora non era da molti ben visto anzi era considerato un mestiere al limite della legalita’.

Si sceglieva quindi di essere tatuatori non per fama come oggi ma per pura passione e per appartenere ad una piccolissima magica nicchia. Il mondo del tatuaggio allora non era un fenomeno commerciale dove certi tatuatori si atteggiano a grandi star, ma era un mondo di gente che voleva essere diversa avendo una passione in comune. Nonostante alcuni avessero un aspetto assolutamente non conforme ai canoni estetici dell’epoca erano tutti gentili, sorridenti e condividevano insieme avventure stringendo forti amicizie.

L’emarginazione e la nicchia hanno protetto fino a poco tempo fa’ questo romantico mondo dove l’inconsuetudine la faceva da padrona insieme a funambolesche avventure e colorate storie. I propri tatuaggi erano fatti con lo stomaco e a volte potevano comportare dei grossi rischi sociali. Ci si tatuava con il cuore ed i disegni erano ispirati dalla fantasia e ciascuno di loro era per chi lo indossava un intimo viaggio interiore.

Non ci si tatuava per esibizionismo e i tatuaggi rimanevano spesso nascosti rispettando così anche chi non era con loro d’accordo. Oggi non è più così. Ci si tatua di tutto e di più. Disegni copiati senza senso. Rubati a qualcun altro per mezzo di google o instagram. La gente preferisce azionare un motore di ricerca più che guardarsi nell’intimo e creare con la fantasia un disegno che li rispecchi.

Molti “giovani” tatuatori con importanti doti illustrative tatuano disegni per immortalarli su di un social dimenticandosi di dargli un’anima. L’anima, la più grande caratteristica del tatuaggio si è persa lasciando spazio a splendide illustrazioni tatuate e a mode che tramontano nell’arco di un mese. Fare il tatuatore è diventato oggi un mestiere “cool” perche’ socialmente accettato. Il tatuatore è un personaggio di cui si parla e che tatua i “famosi” ed è invitato ai reality show.

Oggi se qualcuno è un minimo capace a disegnare basta farsi il doppio taglio, farsi crescere la barba, farsi fare un tatuaggio sulla mano e sul collo, e frequentare un corso per diventare “MAESTRO TATUATORE” ed ecco qua la ricetta del successo è pronta. Si comincia a chiamare questo mestiere artigianale un’ ARTE sdoganandolo e privandolo della propria nicchia che lo aveva protetto per anni. Si ammirano i meravigliosi disegni fatti dai nomi piu’ noti dando importanza al puro estetismo e privando il tatuaggio della sua storia e cultura che avevano dato a questo mestiere la forza di sopravvivere fino a poco tempo fa.

Il tatuaggio è diventato un prodotto commerciale. Ha perso il suo scudo protettivo ed è diventato un fenomeno di massa. E come tutti i fenomeni con una crescita così rapida il tatuaggio è destinato ad una imminente fine per non parlare della perdita della sua anima che è ormai avvenuta già da tempo.
Forse potrò sembrare oltre modo nostalgico ma ho dedicato a questa disciplina gran parte della mia vita. Vederla scomparire in questo modo crea in me un immenso dolore. Mi piacerebbe poter vedere i giovani tatuatori concentrati più sul comprendere quello che veramente è il tatuaggio piuttosto che dedicarsi alla mera esecuzione e al volersi atteggiare a grandi artisti.

Siamo tutti un prodotto di un mondo meraviglioso che ci è stato messo a disposizione dai nostri predecessori. Abbiamo il compito di conservarne la tradizione e la storia rispettandone l’invisibile ma autentico codice. Solo così il tatuaggio potrà ritrovare la propria autenticità composta certamente dalla sua bellezza ma soprattutto dalla sua anima.

– Kubo –

Fonte: Tattoing Demon Studio

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